Author : Evola Julius (Giulio Cesare Evola)
Title : Noi antimoderni
Year : 1930
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Per vie molteplici, oggi, si fa sempre più preciso il senso, che una minaccia oscura incombe sull'intera civilizzazione d'Occidente. Nella crisi, investente non questa o quella forma speciale, ma la compagine dell'intero mondo moderno, sembra che si preannuncino i sintomi della fine di un mondo, del tramonto di una cultura. Un GUENON, mentre analizza il malessere e lo squilibrio propri all'epoca, mostra difatti come le caratteristiche di essa siano proprio quelle dell'Età Oscura o DEL FERRO, preconizzata da antiche tradizioni. Uno SPENGLER indica come oggi sia fatalmente in atto quella legge inflessibile, per cui, come ogni organismo, così ogni civilizzazione ha, dopo il suo sorgere e prosperare, il suo decadere ed il suo pietrificarsi in una grandezza barbarica priva di vita. Dopo un NETZSCHE, un KEYSERLING e un KALERGI accusano l'IMMORALISMO e l'IRREALISMO dell'anima europea, mentre un BENDA constata la TRAHISON DES CLERCS, l'asservimento delle classi che ebbero il retaggio di una tradizione spirituale, alla passione e all'odio politico. In realtà, le antiche certezze barcollano dovunque; i principi dovunque sono incerti, le tradizioni sono perdute, gli spiriti sono divisi e forze oscure, incontrollabili, irrazionali, sospingono e travolgono gli uomini e le collettività, giuocandole attraverso le idee, gl'interessi e le passioni che essi s'illudono di perseguire. Quella Civiltà, di cui il Moderno fu sì fiero, e in nome della quale aveva creduto al MITO del PROGRESSO e aveva marciato alla conquista del mondo, quella civiltà si trova oggi dinanzi ad una specie di riduzione dell'assurdo, di capovolgimento dei valori che essa si era arrogati. Lanciatasi alla conquista della materia, essa non ha conseguito il suo scopo che a prezzo di materializzare lo spirito, di escludere ogni forma superiore di vita, di amalgamare gl'individui nella tirannide di organismi collettivi, che quasi diremmo SUBUMANI nella loro mancanza di volto, di razionalità, di luce, nella loro soggiacenza ad energie che di tempo in tempo, come galvanizzando con una vita momentanea e paurosa dei corpi morti o automatici, li scaglia gli uni contro gli altri. Il tentativo Cristiano di dare all'Occidente una tradizione religiosa, non può che considerarsi fallito. La nostalgia con cui spiriti come un MARITAIN, un GUENON, un BERDJAEW si volgono al Medioevo feudale e cattolico, non dice forse dell'invalicabile distanza fra i tempi attuali e quelli, in cui l'Europa s'avviò veramente ad organizzarsi sotto i due grandi simboli dell'Azione e della Contemplazione? Che importa che il Cristianesimo(senza rendersene conto) abbia servito di veicolo alla trasmissione di una Sapienza Trascendente, ANTERIORE AD OGNI TEMPO, e che la Chiesa in Riti, Simboli e Dogmi ne conservi il deposito, se da tempo nessuna coscienza oramai vi corrisponde? Se il Cristianesimo oggi non vale più alle genti che come una piccola fede ed una morale che tutti professano e che tutti tradiscono, mediocre e borghese nel cattolicesimo, depotenziata e stimolante di realizzazioni pratiche e d'intransigenze sociali nel protestantesimo ? ...
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